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Luca Camossi e Hub Affiliations, il volto nuovo del betting: il 9 luglio a Napoli nasce “Cashback Profiler”

Aggiornato il 4 Luglio 2025 da Redazione Scommesse

Il betting può essere una trappola, ma anche un’opportunità. Questo il messaggio forte e chiaro che emerge dal nuovo percorso di collaborazione tra Hub Affiliations e Luca Camossi, sport trader, formatore e fondatore di sbostats.com. Un’intesa nata dalla volontà comune di costruire un’alternativa concreta al betting improvvisato, che vede al centro consapevolezza, formazione e sostenibilità.

Un approccio professionale e umano che prenderà ufficialmente il via il prossimo 9 luglio a Napoli, con l’evento “Cashback Profiler, pensato per chi vuole esplorare il mondo delle affiliazioni e del betting con una nuova mentalità, lontana da promesse irrealistiche e vicina al valore delle persone. Abbiamo intervistato proprio Luca Camossi per approfondire la sua visione, il suo percorso e i motivi di questa nuova collaborazione.

Hub Affiliations e Luca Camossi: Cashback Profiler, l’evento del 9 luglio a Napoli

Partiamo dal principio: di cosa ti occupi principalmente?

Io nasco e sono tuttora uno sport trader, anche se negli ultimi anni ho ridotto molto l’operatività per scelte familiari. In passato ho gestito agenzie di scommesse sportive fisiche, poi mi sono spostato online con una piattaforma statistica. Oggi mi dedico soprattutto alla formazione: non per far diventare fenomeni le persone, ma per dare loro maggiore consapevolezza. Mi piace trasformare l’esperienza del betting da qualcosa di visto solo come ludopatia o vizio, a un’attività consapevole, responsabile e anche divertente.

Hai parlato della formazione non come mezzo per “cambiare vita”, ma per migliorare la consapevolezza. Cos’è che ti appassiona davvero di questo aspetto?

Quello che mi piace è trasferire ciò che faccio nella mia quotidianità. Non sono un miliardario, non faccio video da Dubai con la Lamborghini, ma vengo da una realtà operaia. So cosa significa lavorare in fabbrica, e penso che questo settore possa offrire, se affrontato con metodo, una libertà diversa. Vedere i miei studenti trovare una direzione, costruirsi un metodo e ottenere risultati è ciò che mi spinge. E quando tutto questo si riflette anche nella loro vita personale, allora capisci di aver fatto qualcosa di utile.

Hai degli esempi concreti di persone che, grazie alla formazione, hanno trasformato la loro vita?

Sì, ci sono molti esempi di persone che hanno trasformato la propria vita grazie a questo percorso. Alcuni arrivavano da situazioni molto difficili, anche legate alla ludopatia. Proprio per questo motivo ho deciso di strutturare la parte formativa in modo completo, affiancandomi a una psicologa e a un ex militare: il lavoro che facciamo non è solo tecnico, anzi, nella fase iniziale ci concentriamo molto sulla crescita personale, sulla disciplina e sullo sviluppo della consapevolezza. Sto iniziando anche a dare spazio su YouTube a chi desidera raccontare in prima persona il proprio cambiamento, condividendo come sta evolvendo la sua vita. Il betting, per me, è solo un mezzo: il vero cambiamento avviene dentro le persone.

Quando il betting diventa un pericolo e quando invece può diventare un’opportunità?

Diventa un pericolo quando non puoi più farne a meno. Anche solo 3 o 5 euro al giorno, se giocati in modo compulsivo, sono un campanello d’allarme. Se ogni volta che guardi una partita pensi a cosa scommetterci sopra, hai un problema. È una forma di dipendenza. L’opportunità arriva invece quando lo vivi con disciplina, consapevolezza e metodo. In quel caso può diventare una vera attività, un canale professionale, un ambito dove formarsi e costruire qualcosa di solido.

Come hai vissuto il passaggio da sport trader a formatore?

Fare lo sport trader è entusiasmante, ma anche isolante e stressante. A un certo punto, ho sentito l’esigenza di fare qualcosa di più grande, più umano. Mi sono chiesto: cosa mi sarebbe piaciuto avere quando ho iniziato io? Persone che comunicassero davvero, informazioni accessibili e oneste. Così ho scelto di fare formazione, cercando ogni giorno di dare agli altri quello che io non ho avuto.

Perché, secondo te, è così difficile chiedere aiuto quando il betting diventa un problema?

Perché c’è paura del giudizio. La maggior parte delle persone non dice alla famiglia che gioca, lo nasconde. Eppure se bevi una birra al giorno nessuno ti giudica, se fai una schedina sì. Questo crea vergogna, isolamento e, alla lunga, blocca anche la possibilità di chiedere aiuto. È per questo che la trasparenza è fondamentale: se sei trasparente con te stesso e con chi ti sta vicino, allora sei già sulla strada giusta.

 

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Veniamo al futuro: che valore ha per te questa nuova collaborazione con Hub Affiliations e l’evento “Cashback Profiler”?

Per me rappresenta un’evoluzione naturale. Dopo anni di lavoro formativo sul campo, entrare in sinergia con una realtà come Hub Affiliations significa poter unire visione e strumenti. L’evento del 9 luglio a Napoli sarà il punto di partenza di un percorso costruito per le persone: per chi vuole lavorare nel settore in modo sostenibile, consapevole, con basi solide. Un’opportunità concreta per chi è stanco del betting fatto di illusioni e cerca un’alternativa reale.

Un nuovo approccio è possibile: lo dimostrano le storie, la trasparenza e la volontà di creare valore. Il 9 luglio, a Napoli, sarà l’occasione per iniziare a scriverne una nuova. Insieme.

Chi Siamo Vincenzo Bellino

Giornalista pubblicista, Laureato in Lettere Moderne presso l'Università di Parma. Amo lo sport in tutte le sue sfaccettature, calcio, tennis, basket, pallavolo, motori, nuoto, atletica, discipline olimpiche invernali. Il traguardo più importante è sempre il prossimo.

Ultimo aggiornamento: 4 Luglio 2025